1.6 C
Torino
martedì, 3 Dicembre 2024

Bidelle incatenate davanti al Comune: “Non abbiamo i soldi neanche per gli ansiolitici”

Più letti

Nuova Società - sponsor
Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Una accanto all’altra, in fila, davanti al palazzo del Comune. Pronte a darsi il cambio giorno e notte, incatenate insieme. È questa la protesta di alcune bidelle, lavoratrici delle cooperative scolastiche, di fronte ai tagli che minacciano di lasciarle senza stipendio.
I volti, ma soprattutto le mani in catene sono quelle di Maria, Giusy, Zlatija, Cristina, Mattea e Gabriella. Alla stessa ora in cui ogni giorno aprono le porte delle aule delle loro scuole stamattina sono arrivate in piazza Palazzo di Città e sono intenzionate a restarci fino a quando non avranno delle risposte.

«Lavoriamo in appalto con le scuole, ma a partire dal 2010 con i tagli della Gelmini i nostri stipendi sono calati del 75 per cento. Da 800 euro guadagneremo 250 euro. Siamo qui perché vogliamo che i ministri del Lavoro e dell’Istruzione ci incontrino e ci diano delle risposte. Noi vogliamo il nostro posto di lavoro», racconta Cristina Palma, 52 anni, della scuola primaria Fontana.
«Noi non abbiamo più uno stipendio dignitoso, nemmeno per comprare l’uovo di Pasqua ai nostri figli, mentre i politici spendono e spandono. Ci tolgono la dignità. Non ho più i soldi per gli ansiolitici» prosegue Giusy Condello della cooperativa Quadrifoglio. Lei ha 51 anni, tre figli e paga 250 euro di affitto al mese, proprio quanto guadagnerà di stipendio e così sarà costretta a lasciare anche l’appartamento in cui vive.
Due voci come tante altre che ogni giorno devo far fronte alle difficoltà di mantenere casa e figli con stipendi da fame. Proprio per questo le bidelle hanno annunciato che la protesta non si fermerà e non solo resteranno davanti al Municipio a oltranza, ma per domani è già stato organizzato un presidio davanti alla scuola materna Vittoria Da Feltre a cui prenderanno parte anche le famiglie delle lavoratrici.
Intanto, il sindaco Piero Fassino ha ricevuto una delegazione delle lavoratrici.
«Solo a Torino – lamentano i delegati – si calcolano almeno 500 persone che si vedrebbero ridotto o azzerato l’orario di lavoro».
«Le lavoratrici – spiega per la Fp-Cgil Piemonte, Gabriella Semeraro – protestano contro l’entrata in vigore dal 1 marzo della gara Consip del ministero dell’Istruzione per la gestione del servizio di pulizia e vigilanza nelle scuole che determinerà una riduzione dell’orario di lavoro da 38 a 12 ore settimanali e da 20 a 9 con conseguente riduzione di salario».
Il primo cittadino ha fatto presente che nelle scorse settimane, in qualità di presidente dell’Anci, aveva segnalato il problema al governo.
Nei prossimo giorni Fassino si incontrerà con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per cercare di trovare una soluzione.

[ot-gallery url=”http://www.nuovasocieta.it/gallery/bidelle-in-catene-davanti-a-palazzo-di-citta/”]

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 
 

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano