“La Tav si farà”. Un mantra che viene ripetuto ormai da tempo e che fa da sottofondo anche al primo consiglio di amministrazione della Telt, Tunnel euroalpin Lyon-Turin , la società che sostituisce la Lyon-Turin Ferroviarie, Ltf, nei lavori dell’Alta velocità.
Ma c’è un “piccolo” problema: da oltre vent’anni in valle, come è noto, c’è chi si oppone all’opera. E i No Tav, uno dei movimenti di lotta più longevi della storia italiana, il bastone tra le ruote l’hanno messo più volte. Addirittura un’intera procura, quella di Torino, ormai lavora monotematicamente, aprendo fascicoli su fascicoli sulle azioni contro la Torino-Lione.
E allora per proteggere il fortino di Chiomonte i costi sono lievitati. Maurizio Bufalini, direttore generale di Ltf, ha fatto sapere che sono 20 milioni fino a ora quelli spesi. Troppi. Così come in una guerra si cerca una tregua e la bandiera bianca per discutere la alza Mario Virano, presidente dell’Osservatorio sulla Tav, proprio nel giorno che Telt entra in scena.
Virano chiede passi indietro, una nuova fase di dialogo, ma soprattutto si chiede che la Maddalena venga lasciata in pace, che si continui a contestare l’opera se si vuole ma che finisca l’assedio. I soldi risparmiati per la sicurezza del cantiere verranno dati ai paesi valsusini per i servizi. In cambio anche in sede processuale le richieste della parte civile e dei risarcimenti non saranno esose.
Ma quanto proposto da Telt e dal suo direttore generale ha già ricevuto un no secco dal movimento. Il documento Telt viene definito dai valsusini Operazione “Facia ‘d tola”. «Il sistema Tav ha il coraggio di imputare ai No Tav persino i costi ben gonfiati della sicurezza del cantiere» dicono «quel cantiere si è insidiato con la forza ed è nato in quell’area proprio perchè difendibile, oggi è un sito di interesse strategico e se non ci fosse non ci sarebbero motivi di spesa». «Fa strano leggere una fantomatica proposta di pacificazione da parte di Telt se i No Tav sono, come li dipinge Virano, sconfitti, abbacchiati, prossimi alla pensione visto che ormai è tutto deciso e quasi realizzato». «La proposta ve la facciamo noi: arrendetevi e vi lasciamo portare via le vostre cose», concludono i No Tav.