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lunedì, 24 Marzo 2025

Smog a Torino, l’assessora Giannuzzi è preoccupata: “Le misure emergenziali non bastano più”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

di A.D. 

L’assessora all’Ambiente del Comune di Torino lancia l’allarme: in città l’inquinamento ha raggiunto livelli così alti che le misure fino ad ora adottate non bastano. Martedì prossimo la Giunta discuterà una delibera riguardante i nuovi blocchi del traffico, che dovrebbero interessare i prossimi mesi «fino ad aprile». «Le misure emergenziali però non bastano più – ha spiegato l’assessora Giannuzzi – porteremo avanti misure strutturali».

L’assessora ha partecipato ad una riunione della Commissione Ambiente del Comune di Torino, con gli esperti dell’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente, il direttore dell’Asl Giuseppe Salamina, Silvia Pannocchia, Direttrice del Dipartimento Torino Arpa, Secondo Barbero Direttore sistemi previsionali Arpa , Ennio Cadum Direttore epidemiologia ambientale, i quali hanno evidenziato come ormai l’inquinamento sia come una cappa di fumo passivo.

Secondo i dati raccolti si registrano un aumento dei decessi nei giorni successivi a picchi di inquinamento. Quelli dovuti allo smog nel 2010, ultimo anno a cui i dati presentati fanno riferimento, sono stati 900. In base a questa ricerca, l’inquinamento è provocato per l’85% in città dal traffico automobilistico, causa in Italia una riduzione della speranza di vita di 9,2 mesi, che sale a 9,6 mesi in Piemonte e addirittura a 24,7 mesi a Torino.

Come detto Salamina ha spiegato che ai picchi d’inquinamento corrispondono picchi di mortalità e come le polveri inquinanti possano avere effetti immediati sull’apparato respiratorio e cardiovascolare, aumentando il rischio di tumori, infarto ed ictus. Inoltre secondo i dati esposti già a gennaio, ci sarebbe una relazione tra i metalli contenuti nelle polveri e i casi di Alzheimer.

«Le soluzioni prese sino ad ora dalla Città – dice il consigliere M5s Federico Mensio presente in commissione – sono state considerate per tamponare le emergenze nei momenti di picco d’inquinamento, ma non possono assolutamente essere ritenute adeguate per la soluzione del problema per il quale è necessaria una politica ambientale strutturale nell’insieme. È necessario agire, non solo a scala comunale, con interventi che vadano ad incidere sulla genesi dei fattori inquinanti».

«Sottolinea – continua Mensio – che le misure restrittive, ad esempio sul traffico veicolare, possano creare dei ‘disservizi’ ai cittadini. Tuttavia si rende necessario comprendere che la salute di tutti i cittadini è la priorità che l’Amministrazione deve tutelare».

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