È stato identificato il boia dei due giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff, e dell’ostaggio britannico David Haines. A dichiararlo è il direttore dell’Fbi, James Comey, che ha però aggiunto di non poter ancora rivelare l’identità del killer. L’uomo è stato dunque identificato come “Jiadi Jhon” a casa del suo accento inglese e perché probabilmente si trova alla guida di un gruppo di jihadisti britannici che gli ostaggi liberati hanno raccontato di aver soprannominato “Beatles” durante la prigionia.
Si sospetta che l’uomo identificato dall’Fbi con l’aiuto di partner internazionali possa essere proprio l’ex rapper della scena londinese Abdel Majed Abdel Bary, che circa un anno fa aveva abbandonato la sua casa in un quartiere bene della capitale per unirsi agli jihadisti siriani. Il suo nome era stato reso noto dalla stampa britannica lo scorso agosto, che faceva riferimento a importanti fonti all’interno del servizio segreto del Regno Unito.
Mentre cresce il totoscommesse sul nome del boia, ad ogni modo, da Bruxelles arriva un impellente monito all’Occidente, dove il rischio di attentati terroristici cresce esponenzialmente. Obbiettivi primari, secondo i servizi segreti, sarebbero le metropolitane di Parigi e New York. Ma è proprio di questa mattina la notizia di un blitz delle forze dell’ordine nelle città spagnole di Melilla e Nador.
L’operazione ha portato all’arresto di nove persone, otto di nazionalità marocchina e una spagnola, accusate di terrorismo e di appartenere a una cellula della Jihad collegata allo Stato Islamico, Is. Stando alle fonti del ministero dell’interno, gli arrestati sarebbero tutti arruolatori o combattenti dell’Is in procinto di partire per il fronte siriano o appena tornati dai territori di guerra.
Solo una settimana fa analoghe operazioni erano state condotte in Australia, dove un blitz della polizia aveva portato all’arresto di una quindicina di persone tra Sydney e Brisbane, sospettati di essere in procinto di dare il via a decapitazioni sommarie a imitazione degli ultimi avvenimenti siriani.
Per far fronte all’allarme che si sta diffondendo per tutto l’Occidente, l’Onu ha varato all’unanimità una risoluzione che vincola tutti i Paesi ad adoperarsi per impedire il flusso di jihadisti stranieri che partono dai propri territori per andare a combattere in Siria e Iraq e che, tornando in patria, rappresentano un grave pericolo per la popolazione.
I numeri, come ha ricordato ieri il presidente americano Barack Obama durante il suo discorso alle Nazioni Unite, appaiono piuttosto importanti: circa 15 mila uomini avrebbero sposato infatti la causa dell’Is partendo da oltre 80 Paesi per combattere al fianco degli jihadisti.