L’emergenza Coronavirus sta mettendo in ginocchio il turismo a Torino. I dati previsionali raccolti da Federalberghi Torino per il mese di marzo evidenziano un crollo delle prenotazioni con un tasso di occupazione delle camere che si ferma al 25% nell’area urbana e al 15% in provincia.
Numeri ancora più impietosi se messi a confronto con i dati dello stesso periodo dell’anno scorso quando l’occupazione in Torino e provincia si attestava sul 60-65%. L’Associazione registra una perdita di circa 1 milione di euro al giorno e chiede agli enti locali la sospensione totale dei tributi e al governo misure urgenti di sostegno diretto alle imprese come la cassa integrazione in deroga per i dipendenti e contributi a fondo perduto per sopperire ai mancati incassi.
«I dati che abbiamo raccolto sono preoccupanti e confermano purtroppo tutti i nostri timori, il Piemonte e Torino, pur non essendo sede di focolai epidemici attivi, stanno subendo effetti simili a quelli di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna con perdite di fatturato stimabili in 1 milione di euro al giorno – dichiara Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – ringraziamo il Comune e la Regione che si stanno impegnando al massimo per contenere questa emergenza e siamo grati per le prime misure adottate dall’amministrazione cittadina per quanto riguarda la Tari ma lo slittamento delle rate dei tributi locali come la Tari non è sufficiente a compensare le enormi perdite che le imprese turistico-ricettive stanno subendo, occorrono stanziamenti coraggiosi e immediati a sostegno diretto delle imprese».
Le misure di contenimento del contagio, il blocco delle gite scolastiche, il taglio dei voli verso la città operato dalle principali compagnie aeree, la cancellazione e la continua posticipazione di fiere ed eventi sportivi, uniti al generale senso di panico avvertito in Italia e all’estero avranno pesanti effetti anche sui prossimi mesi, sono a rischio le prenotazioni per il weekend di Pasqua, i ponti primaverili e anche per il periodo estivo.
«Il comparto turistico-ricettivo rischia di attraversare un lungo periodo di crisi con la prospettiva di uscirne soltanto fra molti mesi e di tornare ai livelli pre-emergenza solo a partire dal prossimo anno, anche qualora l’emergenza sanitaria dovesse rientrare in tempi brevi – prosegue Borio – ci troviamo di fronte a un’emergenza senza precedenti che richiede misure straordinarie per tutelare il tessuto economico della nostra provincia. I mancati incassi di queste e delle prossime settimane non consentiranno di fare fronte al pagamento delle imposte neanche rinviandone i termini ai prossimi mesi, per questo chiediamo una sospensione totale unita a forme di compensazione che garantiscano alle imprese di respirare fino al termine della crisi. In assenza di misure di questo tipo molte strutture saranno costrette a chiudere e, purtroppo, a lasciare a casa i propri dipendenti».