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Torino: posate le prime 27 “Pietre d’inciampo” che ricordano le vittime del nazifascismo

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Si è conclusa nel pomeriggio di ieri la posa nella nostra città delle prime Stolpersteine, le pietre d’inciampo dell’artista tedesco Gunter Demnig che ricordano le vittime della deportazione nazifascista.
Torino va così ad aggiungersi alla lista delle più di mille località, dislocate in 16 diversi paesi europei, in cui le pietre sono presenti. Tra queste anche diverse altre città italiane che hanno preceduto il capoluogo piemontese nell’accogliere il «monumento diffuso e partecipato» di Demnig: Roma, Livorno, Prato, Ravenna, Brescia, Genova, L’Aquila e Bolzano.
La posa delle Stolpersteine si è svolta su due giornate alla presenza dell’artista tedesco e dei parenti delle vittime, ricordate nei cubetti di porfido con piccole targhe d’ottone che ne riportano i nomi. Dalle vie del centro città, a quella di Cenisia, San Donato, San Salvario e altri quartieri ancora, sono in tutto 27 le pietre che sono state posate in cinque diverse circoscrizioni di Torino.
Tra le Stolpersteine torinesi vi è peraltro la cinquantamillesima, posata ieri mattina in corso Massimo D’Azeglio 12 in memoria di Eleonora Levi, ebrea arrestata dai tedeschi all’interno della clinica “Sanatrix” nella quale era ricoverata e poi deportata ad Auschwitz. Per l’occasione, era stato organizzato un momento pubblico alla presenza del sindaco Piero Fassino (sostituito dall’assessore Maurizio Braccialarghe perché impegnato a Parigi per la “Marcia Repubblicana”), del vicepresidente dell’Aned (l’Associazione Nazionale Ex Deportati) Lucio Monaco, del Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Torino Rav Ariel Di Porto e del Vicepresidente del Consiglio Regionale Nino Boeti.
Assieme al nome di Eleonora Levi ora a Torino vengono ricordati quelli di Gelindo Augusti, Lucio Pernaci, Teresio Fascicolo, Luigi Porcellana, Filippo Acciarini, Alfonso Ogliaro, Rosetta Rimini, Lidia Pucci Tedeschi, Donato Giorgio Levi, Enzo Lolli, Corrado Lolli, Michele e Stella Valabrega, Maria Irene Roscetti in Valabrega, Alessandro, Luciana e Sergio Levi, Germana Garda in Levi, Marianna Sacerdote, Lina Letizia Zargani, Gino Rossi, Eugenio Nizza, Renato e Luciano Treves, Alberto e Salvatore Segre.
È stato lo stesso Gunter Demnig, armato di scalpello e aiutato da due cantonieri, a posare le pietre della sua opera di fronte alle ultime abitazioni liberamente scelte dalle vittime. Nei prossimi anni nuove Stolpersteine si aggiungeranno al selciato torinese.
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