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A Favria il sindaco non sposa i gay

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di Bernardo Basilici Menini

Un piccolo comune di 5.2000 abitanti in provincia di Torino si sveglia stamani con un caso con cui fare i conti, dopo che il primo cittadino ha rifiutato di celebrare le nozze tra due ragazzi omosessuali. Il sindaco, Serafino Ferrino, ha addotto come motivazione il proprio bagaglio etico: «Non è una sfida alla legge, solo che non me la sento di andare contro precisi dettami etici che mi appartengono. E in questa posizione sono certo si trovino tantissimi sindaci in Italia».
«Il matrimonio non è stato impedito –tenta quindi di chiarire– ma non ho intenzione di delegare nessuno. Questa legge è un errore e non vedo perché un sindaco debba essere obbligato a rispettarla andando contro i propri principi etici».
Quindi, nelle intenzioni del sindaco di Favria, oltre al rifiuto di celebrare le nozze, non c’è alcuna intenzione di incaricare qualcuno per officiare l’atto. Alla coppia è stata proposta un’alternativa: il responsabile dell’ufficio anagrafe del Comune, che può celebrare il rito senza alcuna delega da parte del sindaco.
La faccenda assume un contorno ancora più particolare se si considera che il sindaco Ferrino, eletto nel 2012 con la lista “Per Favria”, tra i vari incarichi istituzionali ricopre anche quello di membro della Consulta per le pari opportunità del comune.

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